La quota comprende:
• Tutto il viaggio con Fabio Melelli • Tour Leader dall’Italia • Voli di linea Iberia da Bologna per Malaga con scalo, in classe economy come da prospetto, con bagaglio in stiva 23 kg • Tutti i trasferimenti in loco con Bus GT con AC, con tutte le spese e le tasse applicabili • 5 notti in hotel indicato in prospetto (o similare) in camere doppie standard, con trattamento di prima colazione • Visita guidata di mezza giornata con guida locale di Almería con ingresso ad Alcazaba, Monastero e Cattedrale di Almería • Assicurazione Sanitaria e Bagaglio di base (massimale rimborso spese mediche € 10.000 a persona) • Libro in regalo “Sergio Leone e il western all’italiana, tra mito e storia”
La quota non comprende:
• Pasti e bevande e pasti • Mance, facchinaggi, ed extra di carattere personale • Eventuale adeguamento tasse aeroportuali, carburante e costi ingressi • Tutti gli ingressi e le attività non menzionate espressamente • Polizza annullamento (facoltativa): € 50 a persona • Tutto quanto non espressamente indicato ne “La Quota Comprende”
Nato a Copenaghen il 26 novembre 1970, laureato in Scienze della comunicazione, con una tesi in Metodologia e analisi dello spettacolo, presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino, con la votazione 110/100 e lode, ha conseguito la laurea magistrale in Cinema, Televisione, Produzione Multimediale, con tesi in filologia del cinema, presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, con la votazione 110/110 e lode. Giornalista pubblicista (iscritto dal 1993 all’Ordine Nazionale dei Giornalisti), attualmente insegna Storia del cinema italiano nei corsi di Lingua e Cultura italiana dell’Università per Stranieri di Perugia. Collabora con il Dizionario Biografico degli Italiani dell’istituto dell’Enciclopedia Italiana “Treccani”. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche e con la Rai-Radio Televisione italiana, in qualità di critico cinematografico. Ha curato
numerose mostre ed esposizioni, tra cui: L’Umbria sullo schermo. Dal cinema muto a don Matteo (2016), organizzata da CariPerugiaArte, La tv prima e dopo Carosello (2017) e La pista dei sogni. Federico Fellini tra cinema e circo (2019), organizzate dal Comune di Perugia. Per la Provincia di Perugia è stato direttore artistico della rassegna cinematografica Penombre, dedicata al cinema muto, e ha curato il progetto Cinema e P.A. Ha ottenuto due riconoscimenti nell’ambito del Premio Nazionale “Domenico Meccoli. Scrivere di cinema”: nel 2014 per il complesso dell’attività e nel 2016 per il libro I film di Aldo Fabrizi. Ha preso parte – in qualità di critico cinematografico, consulente e conduttore in video – a numerosi documentari sul cinema, tra i quali i lungometraggi Figli del set (2016), I Love… Marco Ferreri (2017), All The Colors of Giallo (2019), e molti altri, distribuiti in tutto il mondo, quali featurette di edizioni home-video, tra cui: His Name is Sabata (2013), L’assassino ha i guanti neri (2013), Vendetta dall’Aldilà (2013), Der Bounty Killer (2013), Le fatiche di Maciste (2014), Teseo al centro della terra (2014), A Dance of Ghosts (2015), Vengeance from Beyond (2015), Villa Parisi: Legacy of Terror (2016), Bis zum letzen tropfen blut (2017), Das schicksal eines revolverhelden (2018), Red Carnation (2018). Ha pubblicato, da solo o con altri, oltre trenta volumi, tra i quali: tra i quali, come autore unico: Eroi a Cinecittà. Stuntmen e maestri d’armi del cinema italiano (Mercurio, 1998), La nostra Africa. Sguardi del cinema italiano sull’Africa (Ali&no, 1998), Storie del cinema italiano (Morlacchi, 2002), Altre storie del cinema italiano (Morlacchi, 2002), Orchidea De Santis (Coniglio, 2003), Sequenze di pubblica amministrazione nel cinema italiano (Provincia di Perugia, 2003), L’Umbria nel cinema. Tra demonio e santità (Gramma, 2005), Il cinema a pezzi (Morlacchi, 2007), Sergio Leone e il western all’italiana. Tra mito e storia (Morlacchi, 2010), Kiss kiss… Bang bang. Il cinema di Duccio Tessari (Bloodbuster, 2013), L’Umbria sullo schermo. Dal cinema muto a don Matteo (Aguaplano, 2016), La Tv prima e dopo carosello (Aguaplano, 2017), La pista dei sogni. Federico Fellini tra cinema e circo (Morlacchi, 2019).
Insieme a Daniele Dottorini, ha curato il volume La favola della realtà. Il cinema di Terry Gilliam (Schena, 2002).
Con Cristina Montesi e Stefania Vulcano, nella collana Quaderni di cinema ed economia, è autore dei libri: Partire da sé per intraprendere. Una lettura interdiscliplinare del film “Baby Boom” (Morlacchi, 2005) e L’incanto della donna saggia. Il capitale emozionale nell’impresa femminile. Una lettura interdisciplinare di «Bagdad Café» (Morlacchi, 2009).
Con Enrico Lancia ha firmato i volumi: Le straniere del nostro cinema (Gremese, 2005), Dizionario del cinema italiano. Spionaggio, avventura, eroi moderni (Gremese, 2005), Attori stranieri del nostro cinema (Gremese, 2006), Claudia Cardinale (Gremese, 2009).
Con Massimo Giraldi ed Enrico Lancia, ha scritto i libri: The Best of Hollywood. Le stelle dei sogni (Gremese, Studio Universal, 2005, in doppia edizione italiana e francese), 100 caratteristi del cinema italiano (Gremese, 2006), 100 caratteristi del cinema americano (Gremese, 2010, in doppia edizione italiana e francese), Il doppiaggio nel cinema italiano (Bulzoni, 2010), Il doppiaggio nel cinema di Hollywood (Bulzoni, 2014).
Con Massimo Giraldi ha scritto il libro I film di Francesco Rosi (Gremese, 2012).
Con Francesco Rondolini ha scritto Bologna, il cinema sotto i portici (Morlacchi, 2014) e Il Festival degli italiani. Sanremo raccontato dai protagonisti (Arcana, 2016).
Inoltre Fabio Melelli è autore di saggi apparsi in volumi collettanei, tra cui: Arrivano i Vanzina in Steno e i Vanzina. L’infinita commedia (ANCCI, 2003), Apprendistato per un attore in Giancarlo Giannini. L’arte dell’interpretazione (ANCCI, 2004), Quando il cinema va in vacanza in Aurelio De Laurentiis: una dinastia in cinema (ANCCI, 2005), La corona di ferro di Alessandro Blasetti: tra fantasia e simbolo in Esoterismo e fascismo (Mediterranee, 2005), Li chiamavano cascatori in Bud Spencer e Terence Hill. West, botte da orbi e buoni sentimenti (ANCCI, 2006), Prima della regia. Francesco Rosi e Luciano Emmer in Francesco Rosi. Cinema e verità (ANCCI, 2007), Tracce di giallo nel cinema italiano in Perugia in giallo 2007. Indagine sul poliziesco italiano (Donzelli, 2009), Le strane occasioni di un regista in Luigi Magni: l’altra storia (Gli Archivi del ‘900, 2008), Avati e l’Umbria, un’affinità elettiva in Pupi Avati, lo (stra)ordinario quotidiano (ANCCI, 2008), Toni, un inedito Alessandro Gassman in I Gassman di padre in figlio. Tra cinema, teatro e letteratura (ANCCI, 2010),
L’Odissea del regista: Ulisse in Mario Camerini: la nascita della modernità (Gli archivi del ‘900, 2011), Franco, Ciccio e… Pasquale Zagaria! in Lino Banfi. Avanspettacolo, cinema, tv. I diversi volti di un uomo normale (ANCCI, 2011), Gocce di sangue sul pentagramma in Perugia in giallo 2009 (Donzelli, 2012), L’attor giovane ne Il cinema di Claudio Gora (Rubbettino, 2013), Neri travolto… da un insolito destino in Neri Parenti-Risate mostruosamente proibite (AmarCord, 2013), Sul set de Il camorrista in Giuseppe Tornatore. Cinema, passione, sogno (2014), Luigi Scattini e il doppiaggio in Luigi Scattini-Inferno e paradiso (Il Foglio, 2015), C’era una volta il western di Pasquale Squitieri in Pasquale Squitieri-Il piacere della libertà (AmarCord, 2016).
Nel 1964 Sergio Leone alla ricerca di un luogo che potesse dare corpo alla sua visione del West scelse l’Almeria quale location di alcune sequenze del suo primo western, Per un pugno di dollari, perlopiù ambientato nei dintorni di Madrid. Leone rimase incantato dal deserto di Tabernas, che elesse fin dal suo film successivo, Per qualche dollaro in più a teatro privilegiato del suo cinema, sospeso tra la storia della conquista del West e il mito classico di origine indoeuropea. Da quel momento, e per almeno dieci anni, l’Almeria conobbe uno sviluppo enorme nell’ambito dell’industria cinematografica internazionale, non solo in quella europea. Anche Hollywood ha frequentato a lungo le lande “lunari” d’Almeria, con i suoi magnifici paesaggi di terra e roccia, ambientandovi numerosi western e trasferendo in Andalusia decine di divi, tra i più amati. Con il tempo sono nati a Tabernas ben tre villaggi western, ognuno dei quali originato dalla fervida mente del grande scenografo Carlo Simi per un film di Sergio Leone. Un Poblado dell’Oeste- poi ribattezzato Yucca City (in occasione del celebre film con Bud Spencer Occhio alla penna)- e oggi conosciuto come Mini-Hollywood- venne approntato per le principali sequenze di Per qualche dollaro in più; Fort Bravo-oggi Texas Hollywood- fu la location de Il buono, il brutto, il cattivo; Western Leone- noto anche come Rancho Leone- ospitò l’abitazione della famiglia McBain, dove trova rifugio la prostituta Jill, la bellissima Claudia Cardinale, in C’era una volta il West. Ma queste strutture di legno, con tanto di saloon, uffici dello sceriffo, banche e negozi di tutti i tipi, hanno ospitato negli anni- e in parte ancora oggi ospitano- centinaia di troupe, impegnate a ricreare i paesaggi del west americano in questo spicchio di terra andalusa. A Fort Bravo è anche possibile assistere alle evoluzioni degli stuntmen, o agli scatenati can-can delle ballerine nel saloon, come se ci trovassimo in una puntata di Fantasilandia. Basta, poi spostarsi di qualche chilometro, per ritrovarsi sul set di tanti altri celebri western all’italiana, mettersi idealmente nei panni del Giuliano Gemma di Una pistola per Ringo o Sella d’argento o sconfinare come d’incanto nell’arena di pietra e polvere del duello finale di Per qualche dollaro in più, ad Albariquoqes, dove venne ambientato il paese messicano di Agua Caliente. A La Calahorra possiamo rivedere il campo dal quale arriva il Mucchio Selvaggio ne Il mio nome è nessuno, mettendoci al posto di Henry Fonda; a Guadix, in particolare nel centro storico, veniamo idealmente catapultati nella cittadina messicana del film Tepepa con Orson Welles, mentre alla stazione ferroviaria ci sembrerà di essere sul set di Giù la testa. Ma queste terre non hanno
raccontato solo storie di pistoleri e cow-boy: film come Lawrence d’Arabia, Conan il barbaro e Indiana Jones e l’ultima crociata sono stati egualmente girati in Almeria, nelle sue meravigliose e incontaminate spiagge e nel suo deserto così caratteristico, da essere unico in tutta Europa. Tutto in Almeria ci parla di cinema: anche nell’angolo più recondito è possibile scorgere le vestigia di un passato in celluloide, grazie a un cartello segnaletico o alla presenza di un edificio che scatena in noi l’impressione immediata del deja-vu. In certi momenti, in certi luoghi, mancano sole le note di Ennio Morricone- e qualche volta ci sono anche quelle, soprattutto nei tre villaggi western- per ricreare l’incanto di una visione che ha scolpito il nostro immaginario, scavando in fondo al nostro animo, il solco profondo di un’esperienza irripetibile. Nel centro della città di Almeria è poi possibile visitare la Casa del cine, una magnifica villetta che ha ospitato John Lennon, all’epoca delle riprese di Come ho vinto la guerra, e oggi trasformata in particolarissimo museo del cinema prodotto in Almeria, che offre al visitatore una entusiasmante carrellata di film e divi. L’Almeria ci regala la possibilità di un viaggio meraviglioso, alla scoperta dei suoi set, oggi solo in parte adattati ad attrazione turistica. Sono tanti infatti i luoghi da scoprire addentrandosi nel deserto, alla ricerca dei resti delle costruzioni originali di architetti e scenografi: lasciando dietro di noi il nostro presente iper-tecnologico, percorrendo le dune di Tabernas, entriamo in un altro tempo, quello del sogno e del Mito. Per sentirsi per una volta, almeno, come Clint Eastwood in un film di Sergio Leone. (di Fabio Melelli)
Sergio Leone e il western all’italiana, tra mito e storia: un’agile monografia sul geniale inventore del western all’italiana, un regista che ha profondamente rinnovato i canoni del cinema, influenzando cineasti di tutte le nazionalità. Il West per Leone è stato un luogo mitico dove mettere in scena raffinatissimi balletti di morte, un West molto lontano da ogni caratterizzazione storica. Nel libro viene ricostruita la genesi di capolavori come Per un pugno di dollari e C’era una volta il West, riflettendo sulle ragioni di un successo di portata mondiale. Viene inoltre messo in rilievo il contributo musicale di Ennio Morricone e di attori col tempo diventati vere e proprie icone del cinema di Leone. Infine, accanto all’analisi delle singole opere e dei temi ricorrenti, trova posto una filmografia completa e accurata.